venerdì 10 febbraio 2017

10 FEBBRAIO

Con la legge 92/2004 è stata istituita, in Italia, la "Giornata del ricordo" in memoria delle vittime delle Foibe e degli esuli istriani, fiumani e dalmati. 
Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo, dove i partigiani Titini buttarono migliaia di italiani tra il !943 e il 1947.
La prima ondata di violenza esplose subito dopo la firma dell'armistizio dell?8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani Slavi si vendicarono contro gli Italiani. Torturarono, massacrarono, affamarono e poi gettarono nelle foibe circa un migliaio di persone. Li consideravano "nemici del popolo". 
Ma la violenza aumentò nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l'istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenarono contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci furono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. Lo racconta Graziano Udovisi, l'unica vittima del terrore titino che riuscì ad uscire da una foiba. Fu una carneficina che testimonia l'odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l'italia e la Jugoslavia. 
Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce.
Il 10 febbraio del 1947 l'Italia ratificò il Trattato di Pace che pose fine alla Seconda guerra mondiale: l'Istria e la Dalmazia vennero cedute alla
Jugoslavia. Trecentocinquantamila persone si trasformarono in esuli. Scapparono dal terrore e  non trovarono in Italia una grande accoglienza. Basti pensare a quel vergognoso episodio accaduto alla stazione di Bologna dove i militanti del PCI e della CGIL bloccarono la stazione al passaggio del convoglio che trasportava gli esuli, prendendo a sassate i passeggeri e addirittura rovesciando per terra del latte destinato ai bambini. Quel treno pieno di Italiani è ricordato come IL TRENO DELLA VERGOGNA.  
Per quasi cinquant'anni un silenzio assordante della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe istriane. 



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